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richiesta al server "procidamia.it"
Hai usato il seguente server DNS:
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Ricevuto 371 byte di indirizzo 62.149.132.2#53 nel tempo 108 ms

Ricevuto dal secondo server DNS

richiesta al server "procidamia.it"
Hai usato il seguente server DNS:
Nome DNS: dns.technorail.com
Indirizzo server DNS: 62.149.128.2#53
Server DNS alias:

header opcode: RICHIESTA, status: NOERROR, id: 40098
bandiera: qr aa rd ra RICHIESTA: 1, RISPOSTA: 8, AUTHORITY: 0, aggiuntiva: 8

SEZIONE RICHIESTA:
procidamia.it. IN ANY

RISPOSTA SEZIONE:
procidamia.it. 86400 IN MX 10 mx.procidamia.it.
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NOTE SEZIONE:
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   I GIORNI DELL'ABBANDONO BRUNO PELLIZZARI è sotto sequestro dal 10 ottobre 2010: 376 giorniLa SAVINA CAYLYN è sotto sequestro dall'8 febbraio 2011:    256 giorniLa ROSALIA D'AMATO è sotto sequesto dal 21 aprile 2011:   184 giorni SIT IN PER I MARINAI CON "CITAZIONE" DI NICOLE (corriere.it del 28.09.11) IN EDICOLA  IL NUOVO NUMERO DIESPRESSIONI PROCIDANE “DIMMI CINQUE COSE CHE DESIDERI DOPODICHE’ METTICI IL TIMBRO E CONSIDERALE FATTE”. LUIGI MURO  RIVELA   IL MERCIMONIO  DELLE  POLTRONE SU "IL FATTO QUOTIDIANO" Dopo anni di discutibile operato, finalmente un atto “onorevole” del procidano Luigi Muro.Mentre stamane ascoltavo distrattamente la rassegna stampa curata da una delle poche oasi di vera e libera informazione, sopravvissuta nell’epoca della mistificazione e della deriva minzoliniana, ho improvvisamente sentito pronunciare il nome dell’On.le Muro, dal bravo direttore di Rainews 24, Corradino Mineo. Poiché prima di quel nome, si discettava di mercato dei voti e delle vacche, di squallidi faccendieri del calibro di lavitola e verdini, ho iniziato a temere il peggio, come ad esempio un ennesimo cambio di casacca di Luigi Muro. Fortunatamente, subito dopo qualche secondo, mi sono tranquilizzato e anzi addirittura, quasi inorgoglito come procidano, quando ho  capito che l’ex sindaco dell'isola ha denunciato al miglior quotidiano nazionale, IL FATTO QUOTIDIANO, le promesse del coordinatore toscano e del cavalier patonza, in concomitanza della sua volontà di passare dal PDL al FLI. Per dovere di cronaca si ricorda che chi avrebbe dovuto convincere Luigi Muro è proprio quel signore sotto inchiesta, per il fatto che il Credito Cooperativo ha concesso a lui, alla moglie e ai suoi familiari ben 63 (sessantatre) milioni di euro. Il quotidiano diretto da Padellaro descrive i dettagli immaginabili sui mari e monti offerti da questi signori della cloaca politica al deputato procidano, le cattiverie e le minacce telefoniche del fascista gasparri, tutta bella e brava gente che ha campato una vita intera, solo ed esclusivamente, di politica, quella senza maiuscola. Egregio Muro, se dopo quasi un anno da onorevole non avevamo a tutt’oggi registrato nessun atto degno di nota, almeno questa denuncia pubblica sul mercimonio delle poltrone e quella presa di posizione caparbia e coraggiosa risalente al marzo 2011, quando erano tantissimi gli scilipoti che correvano in senso opposto, Le fanno davvero onore. Dopo decenni di discutibile operato politico isolano, di finanze allegre, di sciatteria ed incuria del territorio, di pressapochismo, una volta ogni morte di papa, ci permette finalmente di dirLe: Bravo, Bene, Bis.  Salvatore Iovine IL PRESIDENTE, IL MINISTRO E IL LATITANTE Potrebbe essere il titolo di un cinepanettone, o di un film trash di Alvaro Vitali. Che grande ministro, il socialista franchino, nella foto vicino a water lavita, il leggendario latitante dei giorni nostri, mitico direttore del giornale dei socialisti, degno epigone del compianto Presidente Sandro Pertini. A dir la verità Lavitola appare proprio il degno erede del capo dei socialisti, Cinghialone-Bottino. Cinghialone dopo i baci e le armi vendute al dittatore della SOMALIA, SIAD BARRE, durante gli anni della sua Milano da bere e da mangiare, nel maggio 1994, scappò dall’Italia, come un volgare delinquente qualsiasi, chiedendo asilo politico ad un ennesimo DITTATORE, il  tunisino BEN ALI’, anche quest’ultimo, come Gheddafi e Mubarak (amici del cavalier patonza), condannato senz’appello, solo pochi mesi fa, dopo 30 anni di dittatura incontrastata, dal proprio popolo e dalla STORIA. Ma perché il Ministero della Giustizia, magari in sinergia con quello degli Esteri, guidato dai socialisti Frattini e Boniver, non si danno da fare per assicurare il latitante direttore socialista alla Giustizia Italiana? Tutti danno giustamente la caccia ai violenti black bloc di sabato scorso; ma si impegano con la medesima intensità a dare la caccia pure ai furfanti, che fino a ieri erano l’ombra di franchino e del “cavalier la patonza deve girare”? La danno la caccia a quelle cricche massoniche e bubboni sociali contro cui è giustamente rivolta la rabbia degli indignados? Tra la crisi libica, la crisi della pirateria somala e gli amici o ex-amici latitanti all’estero, i massimi esponenti della farnesina, sono sempre più in crisi e  lavorano notte e giorno all’unità di crisi. P.S.: chissà se c'era qualche procidano seduto vicino al latitante socialista, sul motoscafo, che insieme ad altre migliaia di imbarcazioni, hanno invaso ad agosto il Regno di Nessuno? LE DIECI DOMANDE DEL QUOTIDIANO LA REPUBBLICA RIVOLTE  AL “CAVALIER PATONZA” 1)      Perché tanta intimità con delinquenti e trafficanti? 2)      Perché si nasconde dietro schede telefoniche peruviane, come qualsiasi malfattore? 3)      Perché ripara i suoi atti di beneficenza, se sono tali, dietro accordi segreti e misteriosi? 4)      Perché invita Lavitola a non tornare in Italia? 5)      Perché quel linguaggio da malavita per mascherare i pagamenti fatti dalla sua segretaria? 6)      Perché usa lo Stato per tacitare i ricattatori, presentando Bertolaso a Tarantini e intervenendo sulla Finanza su ordine di Lavitola? 7)      Perché usa la Rai e i suoi dirigenti per ottenere favori da giovani donne in cambio di promesse di carriera nello spettacolo? 8)      Perché paga chi minaccia di metterlo “con le spalle al muro” invece di denunciarlo? 9)      Perché ha paura di essere interrogato dai magistrati di Napoli? 10)   Perché col Paese in crisi passa più a tempo a parlare con Lavitola e Ghedini che con Trichet e Barroso? OSTAGGI DEI SOMALI DA 374 GIORNI"LIBERI SUBITO" ANCHE PER I DIMENTICATIBRUNO E DEBORAHAncora più infernale è la storia dello sfortunatissimo Bruno Pellizzari, rapito con la compagna Deborah Calitz, sequestrati addirittura dall’11 ottobre 2010. Lo skipper lavorava su uno yacht non suo. Oltre alla notevole durata, la disperazione della sorella è acuita dal fatto che il fratello avendo sia il passaporto italiano che quello sudafricano, suscita meno interesse per la liberazione. Per la cronaca la sorella ha anche precisato che si tratta di una famiglia poverissima. Accertata la totale strafottenza delle istituzioni italiane per 11 italiani e due territori nazionali, figuriamoci poi per la sorte di queste sfortunatissime persone. Procida, appena possibile,  avrà il dovere morale di gridare "LIBERI SUBITO" anche per Bruno e Deborah.    Sal.Iov. ANDATE VIA DISONOREVOLIDopo 3 mesi dalle ultime parole famose della ex-socialista Boniver, sale ogni giorno di più la disperazione per un ceto politico che fa vomitare il mondo intero.Nutro la forte speranza che si possa giungere nel giro di pochi giorni alla liberazione dei marittimi italiani sequestrati dai pirati somali. Questo è quanto dichiarava la ottimista Margherita Boniver – su “IL MATTINO” del 14.07.2011. Margherita Boniver, 74 anni, inviata speciale della Farnesina nel Corno d’Africa, a metà luglio era convinta che c’erano solide basi per una soluzione positiva della vicenda dopo la sua missione politico-diplomatica. Le sue parole aprivano uno spiraglio di ottimismo per le famiglie degli undici marittimi italiani nelle mani dei pirati somali. Dopo 3 mesi di speranze, illusioni, sofferenze, rabbia, proteste, indignazione, ma quando rassegneranno le dimissioni i vecchi socialisti Boniver e Frattini, ora diventati di centro-destra, insieme al fascista poliglotta La Russa, il presunto mafioso Romano, Scilipoti che non va a Montecitorio se non lo telefonano, il ministro Tremonti che combatte l'evasione fiscale e il riciclaggio, imponendo limiti agli italiani per l'uso del contante peggiori di quelli di Prodi, poi vanta un contratto di locazione al nero pagando al nero 4.000 euro in contanti al mese e non con assegno o bonifico? Quando si dimetterà tutto il resto del governo-letamaio? Andate a casa, ministre-calendario ed incapaci e maledetti disonorevoli. Tutti via, quei vecchi puttanieri e frequentatori di minorenni, mafiosi, cricche massoniche, piduisti, pitreisti, piquattristi, lavitoliani, tarantiniani, bertolasiani, evasori fiscali, esportatori di capitali nei paradisi fiscali, nullafacenti, ignoranti, ministri inconsapevoli di esseri proprietari o inquilini di case di lusso nel centro di Roma. Andate all'inferno.Siete una sciagura nazionale. La vergogna del mondo. Il "killer" dello storico PARTITO SOCIALISTA ITALIANO, ossia il SUPERLATITANTE SOCIALISTA, il pluricondannato BOTTINO Craxi, causa primaria dell'attuale e devastante debito pubblico italiano, accolto con tutti gli onori dal dittatore tunisino Ben Alì, se fosse ancora vivo, troverebbe forse delle difficoltà a primeggiare con le attuali blatte parlamentari nella tristissima classifica dei LADRONI della Repubblica Italiana.  MANTICA: ENTRO L'ANNO L'APERTURA DELL'AMBASCIATA ITALIANA A MOGADISCIO  Confermo che entro il 31 dicembre, in coordinamento con l' Unione Europea che dovrà nominare il rappresentante speciale per il Corno d'Africa, apriremo l'Ambasciata italiana a Mogadiscio”. Lo ha detto il Sottosegretario Alfredo Mantica, a margine dell'Assemblea plenaria del Consiglio generale italiani all'estero (Cgie), in corso alla Farnesina. La sede diplomatica sarà “in una zona protetta, all'interno del quartier generale dell'Amisom (la missione dell'Unione africana in Somalia, ndr), insieme alle rappresentanze dell'Onu, dell'Unione europea e della Gran Bretagna” ha spiegato Manticada Liberoreporter.it RIFIUTI TOSSICI, ANARCHIA, POVERTA’ E TERRORISMOALLA RADICE DELLA PIRATERIA Non convince affatto l’ottimismo del braccio destro di franchino. Dopo l’inaugurazione della sede diplomatica, forse, avranno una più rapida risoluzione le estenuanti trattative relative ai sequestri delle navi, ma certamente non finiranno miracolosamente gli abbordaggi in mare, che oltre agli incalcolabili costi umani, provocano anche deleteri impatti sui traffici marittimi e quindi sulla crescita della stessa economia mondiale. Dopo 10 anni, invece di esportare la pace e la democrazia in Afghanistan, perché l’Italia e l’ONU non si preoccupano di portare ordine in Somalia e dintorni, con un massiccio intervento dei caschi blu, in un disperato Paese dalle mille emergenze alimentari, ove è impossibile persino aprire corridoi umanitari? Solo con una massiccia presenza dei caschi blu, si estingueranno il florido business da migliaia di milioni di euro all’anno, che stanno solo foraggiando e potenziando, proprio le criminali organizzazioni internazionali terroristiche che ci illudiamo di sconfiggere nel pantano afgano e/o iracheno. I paesi dell’opulenza dopo aver ricoperto di veleni e scorie radioattive i paesi del Corno d’Africa misero in ginocchio il settore della pesca somala, fornendo così un forte impulso all’espansione della piaga della pirateria. Un crimine che poteva rimanere in buona parte nascosto se lo tsunami del dicembre 2004 non fosse arrivato a flagellare anche la Somalia, soprattutto nella regione di Puntland portando alla luce le tracce di questa catastrofe ecologica, costituita da tonnellate di piombo, cadmio, mercurio, rifiuti ospedalieri e scorie nucleari. Pertanto sono davvero gigantesche le responsabilità dell’Occidente ed intervenire per ripristinare la pace sociale nell’area somala è sempre più un dovere improcrastinabile.Salvatore Iovine CARI MILITARI E MARITTIMI ITALIANI, LUI E’  “GNAZIO” , IL VOSTRO MINISTRO DELLA DIFESA  11 febbraio 2011: un Ministro che scalcia! L’inviato di Annozero, Corrado Formigli prima viene preso a calci dal Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, a causa di alcune domande non gradite, poi, alla fine è stato portato via dalla Digos.   3 maggio 2011: Carneade, chi è costui? Mentre Giovanni Floris gli dà la parola, il ministro con il pizzetto mefistofelico, viene ripreso dalle telecamere con un collaboratore alle sue spalle, mentre si informa sul dittatore bielorusso, evocato poco prima dal leader Udc Pier Ferdinando Casini, domandando: «Lukashenko, chi è questo?». Casini aveva rimproverato la diplomazia «personale» del premier, che incontra «gente da cui non va nessuno», citando appunto il presidente bielorusso Lukashenko. 11 ottobre 2011: il Ministro poliglotta! Mandiamolo agli esteri, al posto di Frattini. Durante la conferenza stampa per la  liberazione di tutto l’equipaggio della nave italiana “Montecristo”, il Ministro ha ringraziato la Marina Militare Britannica,  con il suo fluente inglese. … la missione “Ocean Shield”: “ Tell in english what… what they do… what we’ll…    Oh, la rifacciamo tutta, perché la posso fare anche meglio in inglese, ragazzi”. “Che gli  devo dire, questo è il problema..questa va su Striscia sicuro..”..   Congratulations grande “GNAZIO”. “DIGIAMOLO” !!!!! Che grande responsabilità ha sulla coscienza il numero uno dei numeri uno, Rosario Fiorello, per aver reso famoso un insignificante fascista,  che era meglio tenere nell’ombra il più possibile. La Russa sarebbe diventato coordinatore di AN prima e ministro dopo, senza la popolarità regalatagli dall’insuperabile imitatore Fiorello? Sal. Iov. 13 OTTOBRE 2010 UN MILIARDO DI APPLAUSI PER I 33 MINATORI TORNATI ALLA LUCE.Quando ogni tragedia, ha il suo appeal! E’ già trascorso un anno dalla bellissima notizia della liberazione dalle viscere della terra dei 33 sfortunati minatori cileni, che rimasero intrappolati nella miniera San Josè, nel deserto di Atacama. Gli operai, rimasero, infatti, bloccati da una frana a 700 metri di profondità dal 5 agosto 2010 e localizzati tramite sonde in uno dei rifugi allestiti con provviste e ossigeno lungo le gallerie. La realizzazione di un pozzo di soccorso per riportare i minatori in superficie richiese circa due mesi. Il salvataggio fu reso possibile dall’alta tecnologia che consentì la costruzione di una galleria di 622 metri e larga 66 cm e l’inserimento di una capsula metallica di 53 cm di diametro progettata dalla NASA. Mediante tale capsula furono portati alla luce, uno alla volta, i 33 minatori sepolti vivi per 68 giorni. La spettacolare operazione fu seguita in diretta televisiva da un miliardo di persone. Di tale salvataggio fummo tutti felici e contenti, ma con il senno di poi… ci si rende conto che laddove i proiettori della stampa e delle TV sono prepotentemente accesi, le risposte risolutive sono prontissime e nella gran parte dei casi efficaci. Se quotidianamente la comunità internazionale fosse informata delle circa trentamila persone che ogni giorno muoiono di fame e siccità, ossia una persona ogni 3 secondi, ci sarebbe una maggiore volontà di dichiarare guerra alle povertà del mondo??? Quelle stesse che sono la causa primaria di centinaia di navi sequestrate all’anno nel teatro afro-asiatico, terrore quotidiano per migliaia di marittimi e i loro familiari??? Salvatore Iovine

Salvatore Iovine 28.09.2011: LA MARCIA SU NAPOLILA MANIFESTAZIONE PER I MARITTIMI SALVATA DAI RAGAZZINIAvvilente la scarsissima  partecipazione del popolo procidano alla manifestazione di Napoli. L'ennesimo sintomo di un popolo che sa correre numeroso solo alle sagre del mare, del vino, del pane, del friariello, del rafaniello, alle piacevoli ed ecologiche fiaccolate Marina Grande-Marina Chiaiolella. Un popolo che sa forse agitare un foglio A4 con la scritta "LIBERI SUBITO", purchè sia sempre nel salotto di casa. Un popolo che correrà numerosissimo ai piedi delle statue del santo di turno, delle statue lignee, ma incapace di partecipare numeroso e compatto ad iniziative importanti come quella svolta a Napoli, incapace di sporcarsi le mani (ovviamente nel senso più nobile del termine) nelle piazze e/o a formulare uno straccio di idee. Meno male che erano presenti decine e decine di giovanissimi che hanno evitato il naufragare dell'iniziativa nel mare dell'indifferenza degli stessi marittimi, che a quanto pare hanno delegato la lotta dei loro diritti ai minorenni e a persone anziane  come la inarrestabile Margherita De Rubertis. Per la cronaca non era presente neppure uno, dico uno, consigliere comunale e parroco dell'isola. E' proprio il caso di dire, come scrisse tantissimi anni fa Elsa Morante a proposito del mondo, che stavolta l'isola è stata davvero salvata dai ragazzini.Salvatore Iovine DALLA COREA DEL SUD CON AMORE IL PICCOLO MA GRANDISSIMO COMANDANTE ANTONIO ESPOSITO Un comandante procidano, lontano da Procida, insieme ai suoi amici coreani, prega ogni giorno per gli sventurati colleghi del mare. E’ impossibile non salutare affettuosamente un meraviglioso amico di procidamia.it, ma soprattutto un valoroso marittimo che da mesi è costantemente in apprensione per la sorte dei suoi colleghi. Anche con circa 7 ore di fuso orario, Antonio Esposito (più conosciuto come “scuncino”), sembra essere ogni secondo accanto a noi di procidamia.it: sebbene a migliaia di km di distanza sia con il corpo in Corea del Sud, l’anima e il cuore sono rimaste, negli ultimi 8 mesi, sempre a Procida. Il nostro amico  Antonio ha anche inoltrato una accorato appello all’ambasciatore italiano  in Corea del Sud. Ciao carissimo, speriamo di rivederci presto a via Libertà, almeno per il Santo Natale. MENTRE IL GIORNALISTA ANTONIO LUBRANONON MUOVE UN DITO C'E' CHI SCRIVE AGLI AMBASCIATORIAlla Cortese Attenzione Ambasciatore Dott. Sergio Mercuri AMBASCIATA D'ITALIA A SEOUL Come Lei ben sapra', ormai sono trascorsi quasi 8 e 6 mesi dai sequestri da parte di pirati Somali di due navi battente bandiera Italiana.A bordo delle due navi vi sono Marittimi di nazionalita' ITALIANA, INDIANA e FILIPPINA.Mi creda, io sto' soffrendo maledettamente e vorrei poterli aiutare in qualche modo.Immagini come staranno soffrendo unitamente alle loro Famiglie.Le chiedo umilmente di voler riportare la nostra vicinanza morale e sollecitare chi e' preposto in Italia affinche' siano LIBERI SUBITO.Le allego alcune foto dove potra' notare la solidarieta' dei Coreani, Indiani e Filippini. Grazie di cuoreCordiali salutiAntonio Esposito DOPO 8 MESI DI SONNO PROFONDO, FRATTINI E LA RETE AMMIRAGLIA RAI PARLANO DEI CONNAZIONALI DI SERIE C   Finalmente il servizio pubblico, dopo mesi di inquadrature del lato B della Pippa Middleton, delle ossa di Mike Buongiorno, dei cani della Brambilla, dell’abito da sposa della moglie del principe Ranieri di Monaco, delle schifosissime notti maiale di maiali e papponi di stato, si è ricordata anche dei proletari del mare. Lunedì 26settembre, alle 7,10 il programma UNO MATTINA, condotto da Franco Di Mare, ha proposto un adeguato servizio sulle disgrazie dei marittimi sequestrati, facendo intervenire oltre al padre di Eugenio Bon, addirittura, udite, udite, il leggendario ministro degli esteri, Frattini dry, che ha ribadito ancora una volta, dopo 231 giorni, che la strada vincente è quella del silenzio e del lavoro sotterraneo, anche se negli ultimi tempi si sono verificati sequestri lampo a decine di imbarcazioni, che hanno pagato sull'unghia il prezzo della libertà.Il ministro degli esteri e il capo del bunga-bunga party, fino a pochi mesi si fa, si rendevano protagonisti di genuflessioni di fronte ai criminali numeri uno della storia africana, per poi cambiare idea e bombardarli a morte, pretendono ancora di essere presi sul serio. La vostra credibilità non è a zero, ma è andata oltre, ai numeri negativi!SPARITE SUBITO DA QUESTO PAESE.ANDATEVENE VIA. NON SERVITE A NULLA, SOLO A POLVERIZZARE I NOSTRI RISPARMI. Noi riteniamo, invece, che per salvare le vite di questi sventurati, occorrerà fare sempre più rumore affinché questi grandi negoziatori si convincano a pagare tutto e subito quello che c’è da pagare e a riportare a casa questi martiri in fin di vita. Evidentemente per Frattini dry, quello della SAVINA e della ROSALIA saranno dei casi-scuola, da tramandare ai posteri. Salvatore Iovine SAVINA CAYLYN: OLTRE AL RISCATTO, L'OMBRA DEL COLONIALISMO? I sequestratori che tengono in ostaggio l’equipaggio della Savina Caylyn, vogliono riscuotere solo il riscatto da 16 milioni di dollari, oppure la loro azione è mirata anche ad ottenere l’attenzione mediatica per una questione politica a noi sconosciuta? Sono 22 i marittimi di nazionalità italiana e indiana, sequestrati lo scorso febbraio da una banda armata di pirati al largo delle coste somale. I sequestratori  tengono prigionieri l’equipaggio all’interno della nave cisterna “Savina Caylyn” di proprietà degli armatori partenopei Fratelli D’Amato. La nave è in rada ad est dell’isola di  Socotra, situata tra il corno d’Africa e lo Yemen. L’equipaggio composto da 5 italiani e 17 indiani, infatti, rischia di non far più rientro a casa, in quanto i sequestratori, quasi tutti minorenni, ma armati fino ai denti (vendute da chi?), hanno imposto in questi giorni un ultimatum. Se non verrà pagato il riscatto richiesto dai sequestratori, che ammonta a 16 milioni di dollari, inizieranno a torturare e uccidere gli ostaggi. Nessuna testata giornalistica o telegiornale italiano ha mandato i propri inviati sul posto, così le uniche notizie sull’andamento delle trattative per la liberazione degli ostaggi, sono fornite dalle telefonate dei prigionieri ai parenti italiani. La Farnesina e gli armatori tacciono, così mi è sorto un dubbio, ovvero che oltre al riscatto, forse, si nasconda anche una rivendicazione politica da parte dei sequestratori somali, legata alla storia coloniale di questo Paese L’ Impero Italiano e la colonia Somala. Pochi lo ricordano, ma la Somalia sino al 1960 è stata una colonia italiana, tanto che a tutt’oggi oltre il somalo e l’arabo,  l’ italiano è ancora una delle lingue ufficiali e, sino al 1991, era  addirittura la lingua usata nelle università. La storia, forse, ci aiuta a capire qualcosa in più di questo anomalo sequestro, ma anche, visti i tempi in cui viviamo, nei quali la memoria degli italiani è diventata molto corta e labile, ci rispolvera una storia di colonialismo; ovvero quando in nome dell’impero o di una presunta superiorità razziale e culturale, venivano razziate le  immense risorse naturali dei popoli africani. La Somalia da decenni, dopo la caduta del dittatore Siad Barre, è in preda ad una sanguinosa guerra civile tra clan che si contendono il potere. L’ex colonia è uno dei Paesi più poveri al mondo e, secondo un rapporto dell’ Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, l’Italia contribuisce al budget del governo federale somalo di transizione. Le rivendicazioni dell’ex colonia libica La mia ipotesi è che dietro al rapimento degli italiani, forse, potrebbero nascondersi, oltre al riscatto, anche delle rivendicazioni politiche, le stesse che hanno portato l’ex colonia libica a richiedere una consistente compensazione economica allo Stato italiano come riparazione per i danni provocati dal nostro passato colonialista. Ricordiamoci, infatti, che solo un anno fa,  l’ex (?) Leader libico Gheddafi, fu accolto in Italia con tutti gli onori e, volutamente, il dittatore ricordò a tutti noi il passato coloniale del nostro Paese, appiccicandosi alla sua alta uniforme, la foto di Omar al-Mukhtar, un eroe della resistenza libica contro gli italiani. L’indipendenza dall’ Italia della Somalia, inoltre, è storia recente e gli strascichi di quell’occupazione potrebbero essere arrivati, tramite i racconti orali dei padri e dei nonni di questi  “pirati ragazzini“, fino ai giorni nostri. In questo sequestro, in ultimo, ci sono troppe ombre e troppi misteri, sia da parte dei fratelli D’Amato, ma anche del ministero degli esteri. Dopo la liberazione degli ostaggi, però, occorre che il popolo italiano si metta una mano nella coscienza e aiuti concretamente questo popolo, sfruttato in passato e dilaniato oggi  da una cruenta guerra civile, dotandoli di quelle conoscenze tecnologiche, culturali e democratiche, utili per una rinascita del Corno d’ Africa . Solo capendo in radice il problema e le motivazioni che spingono queste azioni, forse, un domani, si potrà mettere la parola fine ai sequestri delle navi in quel pericoloso tratto di mare. Azioni piratesche, infine, che in un qualche modo ricordano un certo brigantaggio italiano d’ altri tempi. a cura di Massimiliano Cordeddu, de IL DEMOCRATICO V E R G O G N A: FRANCESCO AZZARA' E' PIU' IMPORTANTE DI TUTTI GLI ALTRI.ENNESIMO CASO DI SEQUESTRO DI SERIE "A"A "CHE TEMPO CHE FA" DI FABIO FAZIO.40 gioni di prigionia per l' operatore di Emergency, rapito in Sudan, sono più importanti o fanno più rumore di 22 martiri torturati da più di 230 giorni.Ennesima beffa per i martiri dell'acqua salata. L'ultimo rapito è più importante di tutte le altre decine di italiani sequestrati da quasi un anno. Fabio Fazio parla a milioni di persone dell'angoscia per il sequestro che dura da 40 giorni dell'operatore di Emegency, mentre continuano ad ignorare 8 mesi di inimmaginabile supplizio degli operai del mare. In trasmissione sono infatti intervenuti Cecilia Strada e Gino Strada al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'interminabile calvario del loro amico. Ma perchè continuare a pagare a gennaio il canone a questi finti missionari dell'informazione e dell'intrattenimento intelligente? Dopo la Farnesina, chiediamo anche a Liberoreporter di inondare la redazione di "Che tempo che fa" di proteste e  indignazione.Salvatore Iovine "A SUA IMMAGINE” RACCONTERA’ IL DRAMMADEI NOSTRI 22 SEQUESTRATIStrepitosa testimonianza di solidarietà del superlativo Don Lello Ponticelli. Se Sabato uno ottobre, non trasmetteranno tutto, dovranno comunque consegnarci il filmato originale integrale delle riprese. Dopo aver celebrato la messa domenicale delle dieci, nell’ambito della seguitissima trasmissione religiosa del sabato pomeriggio “A sua immagine”, condotta impeccabilmente dall’ottimo Rosario Carello, Don Lello Ponticelli è stato protagonista di un caloroso e genuino saluto di solidarietà e vicinanza verso i familiari dei rapiti, invitandoli a resistere in questa prova difficilissima restando uniti nella fede. Molto bello il passaggio in cui Don Lello ha espresso la necessità dei cristiani di opporsi alle assurde guerre preventive con migliaia di preghiere preventive, fatte di Pater Noster, AVE MARIA, GLORIA AL PADRE. Considerato il notevole intervento fiume di Don Lello, la RAI non dovrebbe commettere il sacrilegio di toccare o tagliare alcuni passaggi del parroco procidano: non c’è stata nessuna parola superflua, nessuna espressione ridondante, ma solo una toccante partecipazione sacerdotale, accompagnata oltre che da Don Antonio Assante (vedi foto), dalla silenziosa e discreta presenza di decine di giovani e anziani accorsi in Piazza dei Martiri.Salvatore Iovine Censura e rimozione per i marittimi della Savina Caylyn

Parlare della Savina Caylyn, una petroliera battente bandiera italiana, sequestrata da pirati somali l’8 febbraio scorso, non solletica nemmeno la pruriginosa curiosità del lettore medio italidiota, affamato unicamente di vizietti notturni dei vip.Noi questi lavoratori, questi figli del sud del mondo (5 italiani e 17 indiani) li ricordiamo ad uno ad uno: Giuseppe Lubrano Lavadera, comandante, Procida; Eugenio Bon, primo ufficiale, Trieste; Antonio Varecchia, direttore di macchina, Gaeta; Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale, Procida; Gian Maria Cesaro, allievo, Piano di Sorrento; Modak Mudassir Murad, secondo ufficiale, indiano; Puranik Rahul Arun, primo ufficiale di macchina, indiano; Nair Hari Chandrasekharan, secondo ufficiale di macchina, indiano; Balakrishnan Bijesjh, terzo ufficiale di macchina, indiano; Kalu Ram, elettricista, indiano; Kamalia Jentilal Kala, nostromo, indiano; Tamboo Ahmed Hussein, addetto alle pompe, indiano; Nantumuchchu Gurunadha Rao, primo marinaio scelto, indiano; Solanki Jitendrakumar Govind, secondo marinaio scelto, indiano; Nevrekar Asgar Ibrahim, terzo marinaio scelto, indiano; Fernandes Prinson, primo marinaio, indiano; Fazil Sheik, secondo marinaio, indiano; Rabbani Ghulam, montatore, indiano; Palav Ganesh Babaji, addetto alla lubrificazione, indiano; Mulla Abrar Abdul Qadir, manutenzione macchine), indiano; Cardozo Pascoal Michael, capo cuoco, indiano; Jetwa Denji Keshav, aiuto cuoco, indiano.Questi marittimi, prigionieri del silenzio e dei pirati somali, vivono in condizioni disumane, subiscono ogni giorno vessazioni e vedono la speranza di sopravvivere divorata dallo spettro della morte che ha avvolto quella nave divenuta prigione.Per liberarli i pirati chiedono 15 milioni di euro, ma né l’armatore (la Fratelli D’Amato di Napoli) né il governo italiano hanno intenzione di sbloccare la situazione. Dal quotidiano RINASCITA FRATTINI: "DA SOMALIA IMPEGNO LIBERAZIONE OSTAGGI" Ribadito il 24 settembre da premier somalo in minisummit a NY L'impegno per la liberazione degli italiani ostaggi di pirati somali è stato confermato "con forza"  sabato 24 settembre dal primo ministro somalo al ministro degli Esteri Franco Frattini durante il minisummit sulla Somalia tenutosi a New York a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu. Il titolare della Farnesina ha tuttavia sottolineato che "la pirateria non si combatte in mare, si combatte a terra. Con la prevenzione, la rimozione di cause profonde, anzitutto la povertà delle zone costiere e la punizione dei responsabili con la creazioni di tribunali che possano giudicarli in Somalia". Per tutto questo è emerso nella riunione di sabato 24 settembre un "impegno per una più forte azione della comunità internazionale" con l'importante presenza della Lega Araba e dell'Unione Africana, ha sottolineato Frattini. QUANDO LA SOLIDARIETA' SINCERA ARRIVA DA POGGIOREALE PIUTTOSTO CHE DA QUELLA COSIDDETTA "NAPOLI-BENE"Carissimo don Lello, nello spirito di quella comunione a noi molto cara, permetti che ti racconti quanto vissuto questa mattina. Come di consueto il sabato, ho celebrato la S. Messa nella cappella del Padiglione Roma del Carcere di Poggioreale; conclusa l’omelia e professato il Credo, c’è stato il tempo per le intenzioni di preghiera come risonanza alla Parola ascoltata. Ebbene, la prima preghiera spontanea elevata al Signore da parte di un detenuto è stata per la liberazione dei marinai di Procida. Puoi immaginare la mia personale commozione dinanzi a tanta attenzione. Conclusa la Messa ho detto espressamente ai ragazzi presenti in cappella che mi sarei impegnato a portare la loro solidarietà ad un prete amico di Procida, molto vicino alle famiglie dei marinai sequestrati. Eccomi qui a consegnarti questa “omelia” vivente, la passionalità di quei detenuti che solo dopo aver pregato per i “nostri” marinai, hanno raccomandato al Signore i loro bambini, e i loro defunti. Credo che quanto ti ho raccontato traduce  con grande semplicità la pagina del Vangelo di oggi. Quei ragazzi sono stati proprio come il figlio che prima dice al Signore di non voler lavorare nella vigna, ma poi …pentito ci và. Ti saluto con grande affetto nella speranza che quanto condiviso sia per voi un timidissimo raggio di sole nel temporale che state vivendo.  Tuo don Gigi Calemme (cappellano volontario del carcere) LA FORZA E L'IMPORTANZA DEI SIMBOLI In tutti questi anni sia come procidamia.it che dalle colonne di Espressioni Procidane non abbiamo mai perso occasione per lodare la straordinaria bravura e l’encomiabile impegno profuso dai RAGAZZI DEI MISTERI, per aver rilanciato alla grande una tradizione religiosa plurisecolare e animato la vita socio-culturale, durante le principali manifestazioni folckloristiche dell’isola, mediante autentici capolavori artistici. Oltre un mese fa fu sollecitato, mediante un appello pubblicato dal principale blog dell’isola, la creazione di un logo, di una icona, di un vessillo, da agitare durante la lotta di liberazione dei prigionieri marittimi, ma a tutt’oggi nulla di nulla è stato fatto, per quanto concerne un auspicabile simbolo inneggiante la fratellanza dei popoli e soprattutto la pace dei mari. A più di qualcuno l’idea fece storcere il naso, se non addirittura provocare l’orticaria, senza che si rendesse conto, che purtroppo, si vive in una epoca ove i notevoli contenuti e principi ideali, sono sempre più sovrastati dalla forza magnetica ed immediata dei simboli, dei colori, delle immagini, delle colonne sonore. Nella civiltà dell’immagine, purtroppo, conta mille volte di più uno slogan, una bandiera, uno stemma, uno striscione allo stadio con una frase ad effetto, una musica evocativa, piuttosto che milioni e milioni di articoli di giornalisti e intellettuali di caratura internazionale, che solo pochissimi alla fine leggeranno. Confidando ancora nella squisita sensibilità e nell’estro del maestro Nico Granito, restiamo fiduciosi che presto si potrà disporre anche di un simbolo della pace dei mari, a giudizio di chi scrive,  fondamentale, al di là delle attuali tragedie di casa nostra, soprattutto come  segnale di attenzione verso una ennesima ed inquietante calamità afro-asiatica, che coinvolge ogni anno centinaia di navi, migliaia di marittimi e che persino le istituzioni internazionali snobbano candidamente da oltre un decennio. Una intollerabile inerzia che sta trasformando le navi mercantili in autentici campi di concentramento dei giorni nostri.Salvatore Iovine   SETTIMO GIORNO AI PIEDI DELCAVALIER D'AMATO E DI PIO SCHIANOContinua senza tregua il presidio ai piedi della societàFratelli D'Amato, iniziato martedì 20 settembre.Oltre ai familiari sono presenti le colonne del movimento LIBERI SUBITO come la agguerrita Valeria Barone e la arrabbiatissima Marina Ambrosino, entrambe nella foto a sinistra insieme al papà di GianMaria Cesaro, all'ingresso del condominio "via dei fiorentini", alle spalle della questura di via Medina. Domani scadrà il terribile ultimatum lanciato dai criminali somali domenica scorsa. CALOROSISSIMA LA PARTECIPAZIONE DEI NOSTRI MERAVIGLIOSI INTELLETTUALI CHE VOLEVANO SALVARE PROCIDA 4 ANNI FA         Un miliardo di grazie al nostro simpaticissimo concittadino ANTONIO LUBRANO per la sua convinta e calorosissima partecipazione al dramma che tiene l’isola in ansia ed angoscia da circa 8 mesi. Notevoli e convincenti i suoi incessanti appelli alle istituzioni per salvare le vite dei suoi concittadini e di tante decine di persone innocenti. Non vediamo l'ora che arrivi l’uno ottobre per applaudirlo e acclamarlo con la medesima  intensità, con profonda gratitudine, al PROCIDA HALL, in occasione della serata finale del premio letterario. Un doveroso e sentitissimo grazie, ovviamente, anche a tutti i firmatari dell’appello (“SALVIAMO L’ISOLA DEL POSTINO”) apparso il 24 DICEMBRE 2007, in prima pagina, sul quotidiano “LA REPUBBLICA”. Innanzi a tanto affetto e commuovente calore umano, Procida ha un solo modo per ringraziarvi tutti: affrettarsi a comprare le vostre future fatiche letterarie, i vostri libri, cd, dvd e opere d’arte . Grazie a tutti di vero cuore, Procida e i suoi marinai ancora sequestrati vi sono riconoscenti dal profondo dell'anima.Salvatore Iovine

15 MILIONI DI EURO PER LA SOMALIAPremier somalo a Frattini: non risparmieremo alcuno sforzo(ANSA) - NEW YORK, 21 SET - "Non risparmieremo alcuno sforzo per liberare i vostri ostaggi". Lo ha assicurato il premier somalo Abiwely Mohamed Ali al ministro degli Esteri Franco Frattini che lo ha incontrato oggi a New York a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu per la firma di un accordo che sblocca fondi italiani per 15 milioni di euro a favore della Somalia, che erano bloccati dal 1988. Nelle mani dei pirati somali ci sono 11 italiani, cinque sulla Saviva Caylyn e sei sulla Rosalia D'Amato. PRESIDIO DEI FAMILIARI PRESSO L’ARMATORE: STRADA GIUSTA O UN GRAVISSIMO PASSO INDIETRO?Sono ore determinanti quelle che stanno passando inesorabilmente dopo le spaventose minacce che sono state comunicate domenica pomeriggio alle famiglie. Queste ultime dopo l’ennesimo incontro con i dirigenti della Fratelli D’Amato SpA, avvenuto martedì scorso, hanno potutto solo prendere atto dell’inamovibilità di quest’ultima a pagare non più della metà di quanto richiesto dai brutali terroristi. Le famiglie più angosciate e allarmate di prima, hanno ritenuto opportuno presidiare gli uffici dell’armatore nel tentativo (vano) di accelerarne la liberazione: cioè, dopo 8 mesi di annientamento progressivo, fisico, psicologico e spirituale, i familiari ritengono che sostando in via dei Fiorentini, possano imprimere una scossa risolutiva ad un infinito dramma, ignorato da quasi tutti? Secondo l’insignificante giudizio di chi scrive, sostare, durante giorni cruciali, nei pressi della sede dell’armatore, non serve a cavare un ragno dal buco, soprattutto se non si ricorre a proteste molto incisive, rumorose e clamorose, tali da ingolosire una stampa stranamente addormentata, che si nutre solo di scoop, scene inedite, baccano, violenze, slogan orecchiabili, striscioni colorati con frasi ad effetto, etc. Rimanere decine di ore in via dei Fiorentini per elemosinare non si sa bene cosa, per impietosire cuori tutt’altro che deboli, sempre secondo l’insignificante giudizio di chi scrive, implica solo perdere ben altre occasioni di visibilità nazionale e/o internazionale. Occorrerebbe un altro disperatissimo appello ai quotidiani nazionali. Occorre invitare le tv nazionali, per pubblicizzare le inaudite responsabilità e insensibilità degli incapaci ministri coinvolti. E’ pleonastico ricordare gli assurdi e “assassini” silenzi di troppe persone, di politici e intellettuali in primis: in queste tragiche circostanze moltissime persone si sono macchiate le mani. Con il loro silenzio e la loro inammissibile inerzia si sono resi corresponsabili di soprusi, angherie, violenze indicibili che gridano vendetta, torture quotidiane ai danni di increduli giovani marittimi e padri di famiglia. Responsabilità che al di là di come andranno le cose, alla fine di questa odissea, dovranno essere adeguatamente rinfacciate al momento opportuno a tutti i galantuomini che avrebbero potuto, almeno alzare un dito, alzare una cornetta telefonica, inviare un fax di proteste e insulti, alzare il sedere, firmare un assegno in bianco, scrivere un editoriale, asciugare una lacrima, gridare nelle piazze. Le responsabilità non saranno per nulla dimenticate, anzi denunciate ai quattro venti, anche se tornassero oggi stesso a casa i 22 marittimi perseguitati da ben 8 mesi, da diavoli pronti a tutto. A pochi giorni dall’ora delle decisioni spietate ed inenarrabili, forse si stanno sprecando importanti opportunità come manifestare prepotentemente presso la Procura di Napoli ove campeggiano telecamere stanziali di tutto il mondo, laddove si sta sollecitando l’accompagnamento coatto di un presidente coatto e che ogni giorno di più impoverisce materialmente e moralmente un Paese sempre più coatto. Oltre alla Procura, sarebbe più incisivo: - stare ore e ore in Piazza del Pleibiscito con striscioni che possano dominare quella che fu il simbolo di un effimero quanto inesistente “rinascimento napoletano”; - sostare in Piazza Municipio, ove il sindaco De Magistris ha offerto la sua solidarietà sistemando uno striscione nei pressi della sua residenza civica; - sostare nei pressi di Castel dell’Ovo, davanti ai grandi alberghi, ove soggiornano turisti di tutto il mondo; - protestare presso la sede Rai a Fuorigrotta in via Marconi; - nel pomeriggio prima della partita Napoli-Fiorentina. - Domenica 25 ci sarebbe la marcia della pace Perugia – Assisi; - la settimana prossima, la partita Napoli – Villareal; - venerdì 30, sabato uno e domenica due ottobre, sarà a Napoli l’ anziano ottantaseienne presidente Napolitano, che invece di consegnare un definitivo foglio di via ad un porco pervertito, con il suo non fare e non decidere, ci sta regalando un futuro da tragedia greca: ma a lui che importa tanto ha solo 86 anni, quanto può ancora campare?   Perciò è bene rammentare ai familiari che rintanarsi in un anfratto isolato, alle spalle della Questura è tutt’altro che una strategia vincente.  Salvatore Iovine ORE DECISIVE PER IL DESTINO DELLA SAVINALe trattative, l'armatore e i familiariI nostri amici di LIBERI SUBITO chiamano ASSASSINI quei bastardacci criminali dei pirati somali, che stanno scorticando vivi onestissimi operai del mare e tenerissimi padri di famiglia. UN GRAZIE AI LAVORATORI PIERRECI-CODESS DEL MUSEO MADREUn doveroso grazie ai cinquanta lavoratori della cooperativa Pierreci-Codess del Museo Madre, che il 19 settembre scorso manifestavano al Duomo per le gravi difficoltà legate alla cassa integrazione e alla procedure di licenziamento collettivo operative a partire dal 20 settembre.Senza l'abnegazione e la spontanea solidarietà di questi giovani precari, sarebbe stato impossibile catturare l'attenzione dei media con lo stesso striscione che campeggiava solo dieci ore prima nel settore distinti dello stadio San Paolo. Fortunatamente lo striscione di quasi 15 metri non è passato inosservato, anzi è stato un ottimo catalizzatore dell'attenzione dei media, ed in particolare, di SKY TG24, del TG1, del TG 2,TG 3, TG5, ANSA, IL MATTINO, LA REPUBBLICA  e i notiziari on line de IL FATTO QUOTIDIANO, IL SOLE 24 ORE, etc .A sinistra un precario della Pierreci e sullo sfondo a destra Salvatore Iovine, ideatore dello striscione GRAZIE EMINENZA, GRAZIE DON LELLO.19 SETTEMBRE: SAN GENNARO VOGLIAMO UN ALTRO MIRACOLO, NON IL SOLITO!!!!!Mentre De Laurentis sembra poco coraggioso ad aprire il San Paolo per accogliere la disperazione e lo strazio dei marinai, Sepe, invece, spalanca le porte del Duomo alle famiglie senza più lacrime, facendole sedere in prima fila vicino alle autorità. Decisivo e straordinario l'attivismo di Don Lello Ponticelli, deus ex machina, anche dell'intervento di "Famiglia Cristiana" e di "A sua immagine" e di iniziative di natura spirituale. LIBERI SUBITO AL SAN PAOLO18 settembre: NAPOLI - MILAN: 3 -1 DOPO LE ASSURDE E AVVILENTI OSTILITA' DI QUESTURA E POLIZIA ALL'INGRESSO, LE TENACI FRANCESCA AORTA E GLORIA STAROPOLI ESPROPRIANO GLI STORICI BLUE TIGER, COMMUOVENDO CON SCENEGGIATE DEGNE DELLA MIGLIORE TITINA DE FILIPPO E PUPELLA MAGGIO, ULTRA' POCO RACCOMANDABILI, TUTT'ALTRO CHE PROPENSI A FARCI ESPORRE IL NOSTRO DOLORE E NASCONDERE I LORO VESSILLI.LA SOLIDARIETA'Lo stadio non è semplicemente un luogo di ritrovo, un appuntamento per rivedersi o dimenticare o distrarsi o esaltarsi: il San Paolo, pure per Napoli-Milan, ha sentimenti nobili e un pensiero (doveroso) per i marinai di Procida e di Torre del Greco sequestrati tra febbraio e aprile in acque somale e verso i quali la testimonianza di affetto arrivano dal settore distinti dominati da uno striscione: "Per marinai così indifesi, ancora quanti mesi? "di Antonio Giordano, pag. 9, de IL CORRIERE DELLO SPORT-STADIO del 19 settembre 2011 MENO MALE CHE IL FATTO C'E ! PARTE SECONDA Per leggere tutto clicca qui  ilfatto20110918_pag14.pdf MENO MALE CHE IL FATTO C’E’! Un grazie di cuore a IL FATTO QUOTIDIANO, per essere stato l’unico quotidiano di rilevanza nazionale che il 17 settembre ha ricordato  22 moribondi nelle mani di iene assassine. E dicendo iene si rischia anche di passare per adulatore di queste merdacce disumane. Schegge impazzite che si stanno rivelando spietati aguzzini non molto diversi dai peggiori nazisti di settant’anni fa, su petroliere diventate improvvisamente campi di concentramento di criminali senza cuore. Che DIO li stramaledica, così come stramaledica tutti gli europei e gli italiani che hanno saccheggiato e soprattutto avvelenato il loro martoriato Paese nel secolo scorso. Decenni di traffici di armamenti, seppellimento di milioni di tonnellate di rifiuti tossici e mille altre colossali responsabilità, soprattutto italiane, hanno reso la Somalia una miniera esplosiva di signori della guerra che ora si ritorcono come boomerang spietati su innocenti carni operaie. Grazie per aver raccolto per l’ennesima volta il nostro grido, che dura, ininterrotto, dai primi di giugno, all’indomani dell’angosciante MAYDAY UMANITARIO del marito della fortissima moglie-coraggio Nunzia Nappa, “la Angela Casella” che implora la legittima pietà per un equipaggio di genuini ed innocui lavoratori dell'acqua salata.Lunga vita a IL FATTO QUOTIDIANO, unico giornale di rilevanza nazionale rimasto a tenere accesi i riflettori (se si tralasciano le notizie riportate nella mera cronaca locale da IL MATTINO e LA REPUBBLICA),  sul buio assoluto in cui è piombata da 8 mesi la nave fantasma SAVINA CAYLYN e da 6 mesi la ROSALIA D’AMATO: in base alla Legge Italiana, due territori italiani aggrediti da terroristi esteri, con unidici italiani a bordo e diverse decine di altri marittimi di nazionalità estera. Mi raccomando: non fermatevi qui! Questo deve essere solo l'inizio!Deve diventare l’unica, sola ed autentica emergenza nazionale. Parliamo meno degli schifosissimi e nauseanti bunga bunga di vecchi maiali. Soffermiamoci, invece, sempre di più, sulla ferocia inaudita subita ingiustamente da decine di fratelli innocenti, colpevoli di lavorare sul mare, distanti anni luce dalle proprie straziate famiglie, abbandonate e lasciate sole da un governo fondato sulla mignottocrazia. Per leggere tutto l'articolo:  ilfatto20110917_pag_16.pdfa cura di Salvatore Iovine FINALMENTE ANCHE IL CORRIERE DELLA SERA INIZIA AD INTERESSARSIhttp://africaexpress.corriere.it/2011/09/la_tragedia_della_savina_cayly.htmlKAMPALA – 

Nicola Verrecchia

Anche gli indiani

La situazione

Massimo A. Alberizzi 

STRAMALEDETTI ELICOTTERINE ABBIAMO LE PALLE PIENE DEI VOSTRI INSIGNIFICANTI MONITORAGGISE IGNAZIO LA RUSSA NON LO HA ANCORA CAPITOOGNI VOLO SIGNIFICA SOLO GRATUITE PUGNALATE SU CARNI INNOCENTI FEROCEMENTE DILANIATE DA BASTARDI CRIMINALISE VI RESTA ANCORA UN “MILLIGRAMMO DI DIGNITA’ ”  VENDETE UN PAIO DI QUESTI  ELICOTTERI E SALVATE UOMINI INNOCENTI DAL LORO CRUDELE DESTINO E QUEL CHE RESTA DELLA VOSTRA COSCIENZA SE TELEFONANDO..."STIAMO MALE, AIUTATECI AD USCIRE DA QUESTA NAVE PERCHE' SE NON ANDREMO VIA SUBITO QUALCUNO NON TORNERA' A CASA. ORMAI CI TENGONO TUTTI LEGATI IN UN ANGOLO E NON MANGIAMO NEMMENO TUTTI I GIORNI. VIVIAMO MOMENTI DI ANSIA E TENSIONE OGNI VOLTA CHE UN ELICOTTERO SORVOLA LA NAVE. I PIRATI SI INNERVOSISCONO E MITRA ALLA MANO CI COSTRINGONO A STARE IMMOBILI. AIUTATECI".Alle 19.10 ennesima telefonata shock del comandante Lubrano alla sconvolta moglie Nunzia Nappa. Il direttore Verrecchia verserebbe in una situazione molto critica. Tutte le telefonate hanno denunciato una disperatissima situazione fisica, al di là di ogni possibile resistenza umana. Ogni ulteriore giorno trascorso senza l'invio di viveri e medicinali potrebbe rivelarsi fatale. Dopo l'ultima chiamata risalente al 18 maggio, unica nota positiva è la telefonata ai suoi cari del nostro Enzo Guardascione. Intanto la grande stampa italiana, i Tg, le Tv, non hanno niente di meglio che parlare delle ceneri e della bara di Mike Buongiorno, di squallidi papponi che hanno vissuto sulle spalle di maiali in calze di seta, del rifiuto di Manuela Arcuri a prostituirsi e del forfait della Dandini.  8 mesi di agonia di decine e decine di marittimi,  occultati da una colpevolissima e "semiassassina" stampa nazionale che preferisce cibarsi da anni degli scandali e vizi carnali del lussurioso capo di governo del nostro svergognato paese, ormai sempre più orientato ad andare alla malora. Lo aspetteremo sabato, domenica e lunedì al Tribunale di Napoli, al Centro Direzionale. Sinceramente che si presenti o meno dai PM non ci interessa affatto. Ci interessano solo e soltanto i giornalisti, i reporter e le centinaia di telecamere e macchine fotografiche di tutto il mondo. Dell'innominabile ci interessa solo che sparisca una volta e per sempre, definitivamente, dalle nostre vite, sperando in un immediato ed irrevocabile foglio di via da parte degli italiani e soprattutto dei tribunali italiani. SONO ARRIVATI ALLO STREMOSVEGLIATEVI TUTTI DA UN SONNOCHE DURA 8 MESIOGNI GIORNO CHE PASSA POTREBBE RIVELARSIFATALE PER QUALCUNOLA STAMPA E I TGDOVRANNO PARLARE SOLO DI QUESTOFINOALLA LIBERAZIONEOCCORRONO INCESSANTI PROTESTEE CORTEI DI INDIGNAZIONEDOPO 8 MESI TUTTI GLI IRRESPONSABILI POLITICI,GIORNALISTI,INTELLETTUALI,SONO ORMAI CORRESPONSABILIDI QUESTA TRAGEDIA NAZIONALETUTTI DEVONO GRIDARE FORTELIBERI SUBITODomenica 18: al San Paolo per la partitaNapoli - MilanLunedì 19:al Duomo di Napoliper il "miracolo di San Gennaro" Ecco la testimonianza di Adriano Bon, padre di Eugenio Bon, uno dei cinque marinai sequestrati in Somalia sulla petroliera italiana Savina Caylyn: era dal 18 aprile che i familiari di Eugenio non sentivano il figlio... "Oggi alle 18.30 ho ricevuto dalla Savina Caylyn la telefonata di mio figlio Eugenio Bon che non sentivo dal 12 aprile e il cuore mi è esploso in testa sentendo la sua voce balbettante fievole, irriconoscibile, interrotta da singhiozzi che mi diceva " per favore salvami sto morendo, le gambe non le sento più, non riesco a camminare, ho la pelle tutta rovinata, ormai ci torturano ogni giorno, sono sfinito, il corpo non risponde più, e ogni giorno è peggio, perchè ancora nessuno ha pagato, perchè Pio Schiano e Luigi D'Amato ci lasciano morire, ti prego telefona a loro e digli che paghino subito, io non so quanti giorni ancora riesco a resistere e sopravvivere. Ma l'Italia sa che noi siamo qui abbandonati da febbraio, può fare qualcosa per non lasciarci morire? perchè tutti ci hanno abbandonato? Papà ti prego fai tu qualcosa per salvarmi".  Mio figlio è robusto coraggioso ed è stata la voce, più ancora delle parole, ormai priva di vita che mi ha impressionato, insieme alla rabbia dell'impotenza. In questo momento devo frenare l'istinto che mi spingerebbe ad afferrare per il collo tutti quelli che potrebbero fare qualcosa e non lo fanno, per attendere freddi e impassibili la famosa attesa dei 10 o12 mesi di sequestro che farà guadagnare tutti. Sottosegretario alla Presidenza del Governo Gianni Letta, Lei ci ha promesso che da ora prende in mano personalmente questo nostro dolore, sig.Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ora è informato. Se qualcuno sulla Savina dovesse morire o rientrare invalido per tutta la vita, avrete gran parte della responsabilità agli occhi degli italiani. L'altra responsabilità, quella concreta, peserà sull'Armatore che avrà difficoltà a portarsi dietro il peso dell'onorificenza di Cavaliere del Lavoro (datogli dallo Stato, uniti anche su questo) Altra responsabilità l'avrà quella stampa nazionale, che avrebbe potuto aiutare molto, ma ha preferito mettere il silenziatore a questa tragedia infinita."Non possiamo che essere d'accordo con Adriano Bon, per quelle responsabilità di cui parla. Un paese che si reputa civile, non può e non deve permettere che simili situazioni si verifichino.da Liberoreporter.it  BASTA MEDIARE E' L'ORA DI PAGAREDrammatiche telefonate dai marittimi italiani a bordo della Savina Caylyn, questa sera. Tutti hanno chiamato a casa i rispettivi parenti: legati e picchiati a sangue, senza più acqua. Hanno chiamato a casa anche i marinai che erano stati sbarcati dalla nave. La situazione è sempre più drammatica e a oltre sette mesi di distanza dal sequestro, si registra soltanto l’immobilismo delle nostre istituzioni e dell’armatore che fa orecchie da mercante di fronte ad un dramma su cui ancora non sappiamo quando sarà messa la parola fine. Sono ore tremende per i marittimi della Savina Caylyn e per i parenti a casa che questa sera hanno ricevuto la telefonata dei loro cari da bordo della Savina Caylyn, dopo ben 20 giorni di silenzio dalla nostra ultima chiamata. A turno ognuno dei nostri marittimi della petroliera battente bandiera italiana, sequestrata dall’8 febbraio 2011, hanno chiamato a casa e hanno comunicato tutto il loro malessere e la situazione drammatica che stanno vivendo. Le chiamate sono più o meno dello stesso tipo: sono stati picchiati e legati notte e giorno, oltre a non avere più acqua a bordo. Sono tutti profondamente provati dalla prigionia e lo conferma il filo di voce con il quale i marittimi italiani hanno potuto parlare con i parenti. Molti sono gravemente feriti ed alcuni di loro sono stati picchiati selvaggiamente. I pirati non sentono ragione: bisogna pagare il riscatto per la loro liberazione. Il direttore di macchine Verrecchia, ha una condizione di salute drammatica, la moglie ci ha dichiarato che faticava a parlare e che è stato picchiato almeno 4 volte e metà del suo corpo è in condizione precarie. La voce è un lamento di dolore e Antonio Verrecchia ha potuto anche comunicare alla moglie che li stanno utilizzando come scudi umani legati e pestati sul ponte. Eugenio Bon che non chiamava a casa: dal lontano 20 maggio, giorno in cui i pirati lo hanno fatto sbarcare insieme a Guardascione e Cesaro, ha dimostrato tutta la tragicità della situazione. Eugenio ha 30 anni e la sua voce sembrava venire dall’oltretomba; il padre Adriano ha sentito suo figlio, terribilmente scosso e timoroso per la sua condizione.Oggi le famiglie avevano avuto un incontro alla Farnesina, che si è concluso sempre e soltanto nel solito modo, ma con una particolarità: dalla Farnesina, chi di dovere, alla richiesta esplicita di sapere se fossero ancora vivi, ha risposto che loro non sanno nulla. Questa scandalosa situazione, rivela, in tutta la sua drammaticità, l’inefficienza non solo del nostro ministero degli esteri, ma del governo intero, impegnato solo e soltanto per le vicende del premier. Nulla infatti si è mosso per i nostri connazionali, che stanno vivendo un incubo che difficilmente potrà essere rimosso e che porterà conseguenze inimmaginabili a lungo andare. Intanto possiamo solo registrare che i pirati hanno concesso perfino a coloro che non si trovavano a bordo, in quanto sbarcati ancora verso la fine di maggio, dopo lo scadere dell’ultimatum, di chiamare i parenti a casa. La situazione è drammatica tanto a bordo, quanto nelle case dei parenti dei marittimi, che ormai sono alla disperazione. Ci si chiede cosa ancora debbano aspettare, sia il Cavaliere Luigi D’Amato, che su questa vicenda non ha avuto nemmeno la cortesia di dichiarare due parole, sia l’intero governo italiano, chiamato a rispondere sull’incolumità dei nostri marinai sequestrati. Una vicenda che vede il nostro paese al pari di paesi del terzo mondo, dove la miseria e l’indifferenza regna sovrana. Una miseria umana, senza pari.da Liberoreporter.it ANCHE A TRIESTE "LIBERI SUBITO" Da Liberoreporter.it – La Savina Caylyn è la petroliera italiana sequestrata l’8 febbraio 2011 dai pirati somali e che ormai si trova in mano ai sequestratori da ben 220 giorni… Nel totale silenzio, Armatore (F.lli D’Amato) e Farnesina (Ministero degli Esteri), lasciano che il dramma di questi nostri 5 connazionali e di 17 indiani, continui. Ieri 14 settembre alle ore 20,Trieste si è fermata e con grande senso civico tutta la città, Comune, Provincia, Chiesa, sindacati, associazioni, scuole, popolo di facebook, cittadini sensibili ai valori della vita, senza bandiere ne sigle di parte, hanno manifestato silenziosamente accendendo fiaccole e torce attraverso il centro della città per dare un forte segno di vicinanza alla sofferenza dei 5 marittimi italiani e 17 indiani, tra cui appunto il triestino Eugenio Bon, che da sette interminabili mesi sono sotto sequestro dei pirati somali e abbandonati al loro destino dallo Stato, dal Governo e dall’Armatore e la sua assicurazione, evidentemente molto più attenti ai loro interessi. Che 2500 cittadini abbiano sfilato e partecipato fa onore alla città. Ma ora non servono più parole, per salvare la vita di questi ragazzi servono fatti, se la Casta non si attiva, se l’Armatore è latitante, noi familiari dopo l’insurrezione di Procida, di Pian di Sorrento, di Gaeta, di Roma, di Trieste, continueremo a manifestare in tutte la sedi e città marinare e infine se sarà necessario dovremo essere noi, parenti e cittadini italiani tutti, ad andare in Somalia a toglierli da quell’inferno.Eugenio, Enzo, Gianmaria, Giuseppe, Antonio e 17 indiani, arriviamo! veniamo noi a liberarvi !!!!” Per il comitato “LIBERI SUBITO” di Trieste (parenti e amici)Adriano BonTrieste 15/09/11 http://www.liberoreporter.it/NUKE/news.asp?id=7275 LA MARCIA SU ROMA RACCONTATA  DA BASILIO LUONILa manifestazione è stata molto partecipata, vivace e creativa e questa è una mia libera ricostruzione dell’evento, senza pretese di oggettività cronachistica. Nei trecentocinquanta, ancora rimbambiti dal sonno, che alle quattro e mezzo hanno lasciato l’isola era rappresentata tutta la comunità isolana. C’erano vecchietti, come me, che strascicavano le ossa stanche incagliandosi nella predella dell’imbarco tra gli improperi di casalinghe, professoresse, artiste creative, signore entusiaste, che spingevano e fremevano vogliose di menare le mani, e c’erano ragazzi e ragazze, il meglio della gioventù procidana, detto senza offesa per i coetanei a quell’ora ancora ignavi e dormienti angioletti. E c’erano naturalmente i componenti del coordinamento tra i quali spiccava, energica e potente, una bionda Giunone, che pareva pronta a sollevare l’aliscafo con un dito per scagliarlo fino a Roma, bypassando mare ed autostrada, fino a farlo atterrare direttamente a Montecitorio sulle cape bacate dei deputati.L’aliscafo lasciava svelto ed impaziente l’isola, mentre la forza piatta del mare calmo favoriva una conviviale discussione. Primeggiavano i consigli di moderazione del Sindaco ad una gioventù estremista, che attenta l’ascoltava russando serena. Un saggio Capitano, provato lupo di mare, mi bisbigliava scett

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